Il trentino Umberto Moggioli è venuto a Venezia nel 1905 con una borsa di studio. Dotato di tali qualità per la pittura, è riconosciuto subito tra i migliori dell’Accademia veneziana. Come pittore è ammesso poco più di ventenne alle Biennali di Venezia del 1907 e 09. Ventotto sue opere sono esposte a Cà Pesaro sempre nel 1909. Qualche anno dopo, nel 1911, tra i primi, Moggioli si “chiude” nell’eremo di Burano convinto che bisogna ricominciare da capo con la pittura, lontano dall’Accademia e dalle suggestioni della Biennale a contatto con la natura. Qui conosce il critico Barbantini, direttore di Ca' Pesaro e i pittori Gino Rossi, Tullio Garbari, Luigi Scopinich, Pio Semeghini e Felice Casorati. In questo clima Moggioli produce alcuni dei suoi capolavori, come "Il ponte verde" (1911), "Cipresso Gemello" (1912) e "Primavera a Mazzorbo" (1913), che ritraggono luoghi solitari e silenziosi, vicini alla sua attitudine contemplativa.
Umberto Moggioli nasce a Trento nel 1886. Aiutato da mecenati e su suggerimento dei pittori Eugenio Prati e Bartolomeo Bezzi si trasferisce nel 1905 a Venezia, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti ai corsi di Gugliemo Ciardi e Augusto Sezanne fino al 1909. Con quest’ultimo collabora alle decorazioni ad affresco per l’edificio della Cassa di Risparmio di Rovereto, oltre a eseguire altre opere di decorazione e restauro.
Nel 1909 Moggioli espone alla Biennale di Venezia e a Burano collabora con Pieretto Bianco alla decorazione di quattordici pannelli del Padiglione Centrale dei Giardini di Castello (1909-1910).
Dopo la prima personale a Ca' Pesaro (1912) espone anche a Roma assieme a Vettore Zanetti-Zilla presso la Prima Secessione romana (1913 e 1914).
Nella grande guerra si arruola come volontario nel 1915 come cartografo dove successivamente viene riformato per malattia. Le colline del Garda e Cavaion Veronese vengono ritratte da Moggioli convalescente che riprende a dipingere influenzato dal primitivismo di Tullio Garbari e dalle linee e colori di Gino Rossi.
Nel 1917 si reca con la moglie a Roma diventando amico di Renato Brozzi e del musicista Barilli. Qui collabora col pittore Antonio Rizzi ai cartoni per il mosaico al monumento di Vittorio Emanuele II. A contatto con l'ambiente romano la sua attività artistica si fa più intensa: i colori utilizzati tendono a schiarirsi e a farsi più luminosi e i soggetti preferiti sono figure rese con solida volumetria, scene d'interno e paesaggi con orizzonti limitati.
Colpito da febbre spagnola muore il 26 gennaio 1919.
Nel 2012 la mostra "Umberto Moggioli - Primitiva bellezza del paesaggio" presso il Museo Civico, Palazzo della Ragione, di Asolo con una ventina di opere tra le più significative del periodo asolano.
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