Armando Pizzinato (Maniago 7/10/1910, Venezia 17/04/2004) terminata la guerra si trasferisce con la famiglia a Pordenone, dove il padre per gravi dissesti finanziari muore suicida. Dopo essere stato assistente di un decoratore e fattorino in una banca, nel 1930 s'iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove segue i corsi di pittura di Virgilio Guidi ed incontra Alberto Viani e Giulio Turcato. In questo periodo, in cui la visione della sua pittura è romantica, ma staccata dal provinciale intimismo, si lega d’amicizia ad Afro Basaldella e frequenta Giuseppe Santomaso e Carlo Scarpa. Esordisce come pittore di fatto nel 1933, esponendo in una collettiva alla Galleria del Milione a Milano. Nel 1936 è a Roma dove frequenta lo studio di Renato Guttuso e gli artisti della Scuola romana e del gruppo dei Sei di Torino. E’ di questo periodo appunto l’importante incontro con Renato Guttuso già impegnato in una ricerca ideologica ed estetica che sarà alla base della scelta del realismo sociale del dopoguerra. Tornato a Venezia a causa della guerra, continua a dipingere e nel 1941 tiene la sua prima personale alle Botteghe d'arte. Due anni dopo espone alla Galleria del Milione di Milano e alla Galleria del Cavallino di Venezia. Nel settembre del 1943 interrompe l’attività pittorica per partecipare attivamente alla Resistenza e nel 1945 incontra Emilio Vedova con il quale in seguito collaborerà a lungo. L’anno dopo prende parte alla fondazione del Fronte Nuovo delle Arti, un gruppo di artisti che aspirano a un deciso rinnovamento della cultura italiana. Espone con successo alla Biennale di Venezia del 1948 e alla mostra “XX Century Italian Art”, organizzata nel 1949 dal Museum of Modern Art di New ork. Lasciato il Fronte Nuovo delle Arti, l’artista si unisce al movimento realista.
Gli anni ‘60 segnano un ciclo di riflessione che,in mezzo a dolorose vicende personali e a prodigiose riprese della creatività,vede aprirsi la sua pittura alla turgida vitalità dei “Giardini di Zaira”,dispiegare una insospettata lirica nelle tenui,algide,nuove visioni veneziane o in quelle dei boschi della Russia,nel turbine del volo dei gabbiani – la lunga serie di tele dei primi anni ’70 – in cui il monocromatismo di molte prove pare attenuare la dominanza del colore costante nella sua pittura ed evocare la tensione al dinamismo delle più significative opere della maturità.
Numerose sono le retrospettive dedicate in seguito alla sua opera: nel 1962 all'Opera Bevilacqua La Masa, a Venezia; nel 1967, alla galleria Kusnjezti Most di Mosca, dove vengono presentate ben 180 opere, esposte poi al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo; nel 1981 al Museo Correr di Venezia. Pizzinato ha anche pubblicato nel 1991 un libro sulla sua terra intitolato, Poffabro luogo magico, un fervido atto di denuncia del degrado naturale e architettonico.
Nel 2013 la mostra "Armando Pizzinato (1910 - 2004). Nel segno dell'uomo" presso la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea "Armando Pizzinato" di Pordenone dal 09/02 al 09/06.
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