Gina Roma (Tezze di Vazzola 16/09/1914 – Oderzo 02/10/2005) diplomata all'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Bruno Saetti per la pittura e l'affresco e di Giovanni Giuliani per l'incisione. Ha partecipato come pittrice dal 1948 a varie edizioni delle Biennali veneziane e dal 1951 alle Quadriennali romane. Attiva anche nel campo dell'incisione e dell'affresco, ha espresso nell'attività pittorica un identificato linguaggio stilistico, impostato su un colore vibrante, energicamente pulsante. Gina Roma e' passata dalla pittura tonale e dalle ricerche sulla luce (1950/52) al neorealismo (1953/54). Le esperienze di quest'ultimo periodo la hanno portata alla composizione di paesaggi espressionistici dove il colore puro e' l'elemento fondamentale della tela. Dal 1957 al 1964 la pittrice esalta il colore e tende a rompere le forme del disegno in un naturalismo definito astratto-espressionistico. Segue un profondo interesse per la forma umana e quindi sulla fine degli anni '60 i vigorosi "maximandri". Negli ultimi anni Gina Roma e' tornata a modelli piu' umanizzati, dove l'uomo vive in simbiosi con la natura nella piu' piena e calda solarita'. Direttrice dei "4 Cantoni" e della Pinacoteca Alberto Martini.
Il critico d'arte Alain Chivilò ha scritto: "... l'artista Gina Roma ha dato vita a un forte e fresco verve pittorico nell'arte veneta del dopoguerra. Il suo naturalismo astratto ha saputo unire e mettere in dialogo la contemporaneità con la tradizione ... Al Centro Culturale Cà Lozzio Incontri, a Piavon di Oderzo, creò un punto di ritrovo per condividere l'Arte in pittori, scultori, incisori, critici, curatori, giornalisti e appassionati dall'atmosfera unica e irripetibile ..."
Paolo Rizzi scrisse: "... il passaggio dei paesaggi e delle nature morte degli anni ’55 – ’56 alle sintesi naturalistiche del ’57 è avvenuto senza forzature: un processo di sintesi mirante a depurare il visibile dalle scorie di un convenzionalismo figurativo. E’ attraverso un tale processo che la pregnanza di fisicità naturalistica, così peculiare nella pittrice, ha avuto modo di risaltare con sintomatica evidenza. Era il tempo del così detto naturalismo astratto al quale la Roma, come tanti artisti degli anni 50 ha reso omaggio. Non più distacco totale, in un’eccezione naturalistica che poco o nulla concede al manierismo sottile di quell’epoca. Verso il ’62 – ’63, declinato l’informale, la pittura europea si è rivoltata verso la conquista di quella che è stata definita, sommariamente, la nuova figurazione: un tentativo di aggancio più fermo con la realtà, intesa nella sfera di un sentire polivalente dell’uomo, gioia e angoscia insieme, fatica ed evasione, emozione ed ideologia. Da questo impegno, non soltanto individuale ma anche collettivo, i tratti somatici stessi dell’uomo non potevano restare esclusi ed ecco Gina riprendere, come altri artisti, i motivi del paesaggio umano. E’ sintomatico il fatto che la pittrice, lungi dal rifugiarsi nelle ambiguità larvali della pittura italiana pre-pop, ha inteso condurre la sua immagine sull’uomo con fina ricognizione diretta, senza comodi intermediari".
Nel 2015 a Conegliano Veneto presso Palazzo Sarcinelli la mostra "Gina Roma" dal 1 al 29 marzo. Saranno esposti dipinti compresi nelle annate tra il 1945 e il 2005.
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