Renzo Zanutto (Venezia 1909 - Ivi 1979) è uno di quei pittori veneziani autentici che affondano nell'animus della città, facendosi tramite e veicolo delle tradizioni più genuine.
Come pittore ama il colore, s'innamora dei fiori e dei paesaggi, ha una accentuata predilezione per le femmine svestite e "sa pitturare". Spirito allegro, pronto alla battuta pizzicante, amava la vita e parlava con entusiasmo dei suoi lavori in programma. Apparentemente burbero e scontroso era un timido e un romantico.
Renzo Zanutto ha esposto alla Biennale di Venezia nel 1948 e '50, alla VII Quadriennale di Roma nel 1955 e '56, ai Premi Burano, Michetti e Marzotto. Ha esposto con personali a Venezia, Treviso, Udine, Trieste, Milano, Verona, Rovereto, Pordenone per citarne alcune.
Guglielmo Gigli scrisse: “l’evoluzione della sua pittura è avvenuta sulla falsariga di un impegno creativo che ha tenuto conto soprattutto della necessità di una rispondenza precisa tra il racconto e la sollecitazione intima, così che la sostanza contenutistica avvertibile nel primo è data, più che dalla ineccepibile resa materica volta ad una perfetta definizione formale, dall’accertarsi di una partecipazione quasi drammatica all’atto creativo, per cui l’oggettivazione delle sollecitazioni stesse avviene sotto la pressione di una carica vitalistica che solo nella compiutezza dell’opera può trovare acquietamento”.
Nel 1948 Arturo Manzano nel Messagero Veneto scriveva: "si potrebbe dire, con un'espressione papiniana, che quella di Zanutto è una natura aquatile, che nei suoi paesaggi sempre l'acqua parla di più e con più vibrato accento; quell'acqua di Venezia che è verde, azzurro o viola.
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