Il pittore Ennio Finzi ha affermato di essere "un musicista mancato". Continuando con le sue parole, da un Estratto dell'intervista rilasciata al critico e curatore d'arte dr Alain Chivilò, dalla musica, al suono alla pittura: "Sette, otto anni violino ma una frattura al radio del polso mi fece interrompere. Probabilmente la mia vocazione è stata più per il suono che per il colore, infatti in qualche intervista amo dire che la mia pittura bisogna guardarla più con la facoltà dell’udito che con quella della visione. Ho sempre cercato di far cantare e strumentalizzare, musicalmente parlando, il colore. La musica è importante, infatti ho centinaia di dischi. La musica è un dono di natura, non so dire da dove venga, ma è arrivato assieme alla pittura. Non voglio visualizzare e dipingere la musica, ma ho sempre cercato quell’atto sonoro del pigmento del colore. Difatti come la musica ha un tono freddo o caldo, la pittura ha un suono, che io ho sempre rincorso. Negli anni ’50, quando lavoravo da Vedova, andavo a vedere il festival della musica contemporanea con Verio, Luigi Nono, Bruno Maderna per esempio, quindi la musica d’avanguardia. Invece Schonberg, il maestro della dissonanza, mi ha fatto capire e mi ha aperto la porta per andare oltre il tono, cioè una pittura che diventava ed andava oltre il tono. Morandi, cioè colore su colore, è tono, come lo è Rothko in america, rosso su rosso meraviglioso. Io ho sempre pensato il contrario, dando uno strappo sonorizzato al colore, cioè tentavo anziché di usare il tono in pittura, cercavo di usare la dissonanza. L’aiuto per fare ciò mi è arrivato da Arnold Schomberg, musicista per antonomasia, che ha inventato la musica atonale, che è esattamente la pittura atonale che io ho cercato. Io ascolto, questo strappo qua è da ascoltare. Più che vedere è da ascoltare, perché lui ti da un colpo di cannone, tan. La musica è stata fondamentale, la musica mi piace. Mi sono trovato nelle mani la facoltà di usare la pittura, ma se avessi trovato la facoltà di usare il suono probabilmente sarei stato un musicista, quindi mi ritengo un musicista mancato che ha trovato la strada con la pittura, grazie alla musica".
Entrando in uno stadio teorico e pratico, i suoi Maestri di riferimento sono Emilio Vedova e Virgilio Guidi: il primo come afferma Finzi "ha liberato un po’ la mano e che ha fatto diventare la tela uno spazio ed un campo d’azione come per Vedova era un campo di battaglia, quindi mi ha fatto capire tante cose al di la dell’onore di essergli a fianco. Il secondo invece è stato il maestro spirituale, che ha fatto capire che la pittura è fatta si di azione ma anche di ragione. In sintesi, la lotta dalla lezione di Vedova è stata filtrata e raddrizzata".
Ennio Finzi (Venezia 16/3/1931 - 19/6/2024).
Fin dagli esordi, personalità estremamente avvertita e consapevole, si discosta dall'impianto pittorico post-impressionista allora per la maggiore. Sente la necessità di andare oltre gli insegnamenti di Remigio Butera, Armando Tonello e Eugenio Da Venezia.
Frequenta i corsi all'Istituto d'Arte di Venezia e viene attratto dall'affascinante scoperta dello sconvolgimento strutturale del cubismo, il che gli permette di trascendere il dato reale della rappresentazione. L'Archivio Storico delle Arti Contemporanee, con la Biennale di Venezia del 1948, apre e si offre a Finzi la possibilità di dedicarsi allo studio dei maestri delle avanguardie storiche. L'incontro con Atanasio Soldati, genera uno stimolo che influenzerà le opere successive caratterizzate da accesi cromatismi e rigorosi equilibri formali.
Nascono così le prime "invenzioni" in cui il ritmo, il colore, la luce, il timbro, assumono il ruolo di elementi portanti e diverranno una costante basilare di tutta la sua ricerca. Notevole influenza fu esercitata su Finzi da Virgilio Guidi per la forza ideologica del pensiero creativo e da Emilio Vedova per l'impeto del gesto che aggredisce la superficie.
La scoperta della musica dodecafonica lo porta ad appropriarsi del principio della "dissonanza". Quindi la prassi di un colore sciolto da ogni relazione di tono e carico dell'esclusiva funzione di timbro, apre nuovi e vasti orizzonti, tanto che da quel momento e fino al termine degli anni '50 il suo lavoro risulterà un’ossessi va ricerca sulla semantica del gesto, della luce, del timbro. Il rapporto suono-colore, un colore che Finzi, più che "vedere", ama "ascoltare" nelle sue risonanze più intime, gli permette di esprimersi secondo altre regole del tutto aleatorie in svincolata autonomia. Sul finire degli anni '50, segnati dalle sconvolgenti intuizioni di Lucio Fontana, che Finzi conosce a Milano in occasione di una sua mostra alla galleria Apollinaire, la turbolenza gestuale e l'urgenza espressiva si placano e subentra una dimensione più riflessiva nella direzione di un superamento della pittura stessa, con l'avvicinamento alle teorie gestaltiche sulla fenomenologia della percezione. I principi della optical art informano le sue ricerche sulla suggestione ottica fino al 1978.
Nel 1980 la pittura riconquista lo spazio dominante con un successivo alternarsi di colore e non colore, di luce ed oscurità che si contendono la superficie dell'opera. Il nero viene posto come la luce del buio, del vuoto, del silenzio e lo conduce a sondare le risonanze più segrete dell'inesistente sull'invisibilità della pittura stessa. Nella continua dialettica della ricerca, Finzi procede per stadi successivi di evoluzione caratterizzati da espansioni di sontuosità cromatiche e da improvvisi azzeramenti di ogni luminosità in cui concentra allo stato potenziale ogni emissione energetica.
Il critico d'arte Alain Chivilò ha scritto: "incontrare Ennio Finzi è stato come essere di fronte al Maestro nel vero senso della parola. Gentile, disponibile e nello stesso tempo autorevole per una vita vissuta nell’arte. Quest’anno il giovane Finzi compie ottant’anni e proprio in questo periodo esplora la matericità, rispecchiando la società moderna. Il timbro, la luce, il colore ed il ritmo che l’hanno caratterizzato nella sua costante ricerca sono sentiti quasi anacronistici, ma sempre presenti nel suo dna. Virgilio Guidi per il pensiero creativo ed Emilio Vedova per la gestualità sono i maestri che hanno esercitato maggiore influenza su di lui. Il colore di Finzi è da ascoltare perché fa proprio il principio della dissonanza dato dalla musica dodecafonica, quindi un colore sciolto da ogni relazione di tono e carico della funzione di timbro. Nell’intervista possiamo cogliere alcuni spunti interessanti anche sull’uomo".
Ennio finzi ha cominciato ad esporre nel 1949 alla fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia dove nel 1956 ha tenuto la sua prima personale. Ha partecipato, su invito, nel 1959 e nel 2000, alla Quadriennale di Roma e nel 1986 alla XLII Biennale d'Arte di Venezia. Sono da ricordare, oltre alla mostra antologica del 1980 alla Bevilacqua La Masa di Venezia, l'esposizione alla Galleria d'arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Forti (Verona) e quella alla Galleria d'Arte Moderna Palazzo dei diamanti (Ferrara).
Nel corso del 2002 è stata allestita a Roma e Spoleto una grande retrospettiva dal titolo: Ennio Finzi, Venezia e le avanguardie del dopoguerra.
L'ultima importante esposizione personale si è tenuta nel corso del 2005 a Urbino nelle sale del Palazzo Ducale. Nel corso del 2006 e del 2007 assieme alle opere di Gino Morandis ha esposto a Praga, presso la Fondazione Manes, e a Napoli nelle sale di Palazzo Reale.
Per gli ottant'anni del maestro tra il 2010 ed il 2011 le mostre: a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta, dal 19/12/2010 al 25/04/2011 "Dal nero al non colore" e a Castelfranco Veneto presso la Galleria del Teatro Accademico, "Patologia dell'espressione" dal 12/02 al 27/03/2011.
Ennio Finzi ha rifiutato l'invito del Padiglione Italia esterno de la 54. Biennale di Venezia 2011, Padiglione Veneto, presso Villa Contarini di Piazzola sul Brenta (Pd).
Dal 24/07 al 28/08/2011 allo Spazio Klien di Borgo Valsugana, Castel Ivano: "Le silenziose vie dell'astrazione. Il sentimento del colore". Collettiva con Luigi Senesi, Carlo Nangeroni, Mauro Cappelletti, Gianni Pellegrini, Michele Parisi, Rolando Tessadr.
Ennio Finzi è presente a Roma presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea nella mostra “Arte Programmata e Cinetica. da Munari a Biasi a Colombo” dal 23/03 al 27/05/2012. La mostra della Galleria nazionale si occupa della storia dei gruppi e delle personalità più significative operanti sia in Italia che fuori tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, quando le esperienze collettive si concludono e i vari gruppi si sciolgono. Ma essa mostra anche gli sviluppi che negli anni settanta i nuovi interpreti, di questa espressione artistica, continuano in modo autonomo a condurre.
Dal 28/06 al 07/07/2012 presso la Canteria del Castello Scaligero di Villafranca di Verona la personale di Ennio Finzi riguardante le opere più recenti, da "Geografia dello sguardo" a "Il corpo della pittura" a "Il colore estromesso".
Gli eventi sono continuati negli anni. Ennio Finzi muore a Venezia il 19/6/2024.
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