Giorgio Celiberti, nella serie dei Lager, diviene pittore di storia dell'umanità. Il Maestro afferma che “l’affresco è la tecnica che meglio si adatta a quello che voglio esprimere. Posso graffiare, incidere, approfondire alcuni segni e lasciare aperte mille soluzioni per liberare i miei sentimenti … I segni sono il desiderio dell’uomo di comunicare ed inventare i nuovi linguaggi per farlo”.
Il critico d'arte Alain Chivilò ha scritto: "Giorgio Celiberti, classe 1929 della città di Udine, è un’artista giovane e attivo tanto che i suoi ultimi lavori da un lato emanano freschezza e dall’altro serenità e gioia di una persona che avrebbe l’energia d’iniziare da capo. L’agire artistico di Celiberti è scindibile in due fasi, dove l’anno 1965 segna il passaggio da una pittura figurativa tendente all’espressionismo astratto e al cubismo, a un ciclo che parte con la durezza e tragicità di Terenzin per poi stemperarsi nel tempo, dando spazio alla luce e al cuore. Un linguaggio che inizia dalle incisioni dei muri, da parte dei bimbi del campo di concentramento nazista di Terenzin nell’attuale Repubblica Ceca, che interpretate e personalizzate dal Maestro forniscono in questi ultimi cinquant’anni un codice interpretativo dell’esistenza umana arrivando così nel XXI secolo".
Giorgio Celiberti, pittore e scultore Friulano, nativo di Udine nell'anno 1929. Attualmente vive e lavora nel suo studio della città Udenense. Dal punto di vista artistico inizia a dipingere fin da giovane studiando al Liceo Artistico di Venezia e continuando la formazione presso lo studio di Emilio Vedova. Nel 1948 all'età di diciannove anni è invitato alla prima edizione, dopo la seconda guerra mondiale, della Biennale di Venezia.
Nella città lagunare per la sua caratteristica di generosità e apertura ha avuto modo di frequentare molte amicizie come quella con Tancredi Parmeggiani dividendo la camera-studio alla pensione Accademia. Altri artisti con cui ebbe contatti sono Carlo Ciussi, Marco Fantoni e Romano Parmeggiani che erano a Venezia per studio. Come fece lo zio Modotto, importante pittore udinese degli anni '30 fautore del rinnovamento in senso novecentista dell’arte friulana con i fratelli Basaldella (Afro, Dino, e Mirko), Filippini e Candido Grassi, Celiberti si trasferisce a Parigi nei primi anni '50 entrando in contatto con i maggiori rappresentanti della cultura figurativa francese. Molte sono in questo periodo le personali in Italia e all’estero. Soggiorna a Bruxelles, grazie alla vincita nel 1956 di una borsa di studio del Ministero italiano della Pubblica Istruzione, dove completa le proprie ricerche sull’arte d’avanguardia. Un anno a Londra dal 1957 al 1958: anni in cui dominava l’espressionismo di Bacon e Sutherland.
Stati Uniti, Messico, Cuba, Venezuela sono altre mete che lo vedono come un viaggiatore instancabile, curioso e assillato interiormente da una febbre di novità e di conoscenza. Da queste esperienze ed esplorazioni ha tratto un repertorio di segni, di immagini, di tecniche, che ha rielaborato negli anni successivi: un substrato di emozioni e di “materiali” culturali entrati a far parte dell’inconscio dell’artista e che continuano ad affiorare, in forme diverse, nella sua attività. Rientrato in Italia, Roma rappresenta per il Maestro un lungo e produttivo periodo, frequentando molti degli artisti più importanti dell'epoca. Verso la metà degli anni '60 ritorna a Udine dove avvia un lavoro di riflessione su se stesso, che dura tuttora, ricco di esiti creativi caratterizzati sempre da una divorante ansia di sperimentazione.
Nel 1965 l’artista riceve un forte impatto emotivo dalla visita al campo di concentramento di Terezin, vicino a Praga, dove migliaia di bambini ebrei prima di essere trucidati avevano lasciato, testimonianze toccanti della loro tragedia. Da quella esperienza realizza il ciclo che lo rende noto al grande pubblico: quello dei “Lager” costituito da tele preziose per impasti e cromie, nelle quali inserisce i segni innocenti lasciati sui muri. Celiberti afferma: “quello fu il momento più drammatico della mia storia di pittore, prima dipingevo nature morte, animali, interni, esterni, in un modo più o meno astratto; poi mi sono imbattuto in quei segni dei bambini, sui muri, in quelle tragiche finestre, in quei cuori rossi e bianchi, in quelle cancellature, elenchi, farfalle, piccole foto, colonne di numeri”. Ecco che le opere di Celiberti divengono testimonianza di uno spirito di speranza e, nello stesso tempo, degli orrori perpetrati contro i più deboli, ci obbligano a riflettere sulle violenze dei nostri giorni.
Seguono nel 1975, i “Muri antropomorfici” scaturiti dalla riflessione sui reperti della necropoli di Porto, vicino a Fiumicino, della Roma paleocristiana, di Aquileia romana e di Cividale longobarda. Via, via si passa al perdono dove subentrano i cuori con tonalità chiare e poetiche. Parallelamente Celiberti si dedica alla scultura realizzando, fra gli altri, “Cavalli e cavalieri”, “Figure femminili”, “Totem”, Stele”, "Finestre".
Molte le sue realizzazioni pubbliche fra cui: “Il mosaico dell’amicizia”, nell’atrio dell’Università di Lubiana, e un affresco di 840mq di superficie sulla volta dell’hotel Kavakju di Shirahama, in Giappone. La sua curiosità creativa lo ha portato a dedicare la sua attività artistica anche alla grafica originale, con una produzione molto qualificata di incisioni in bianco e nero e di serigrafie astratte, anche a colori, molto spesse e materiche.
Ha esposto in tutto il mondo: Strasburgo, Bruxelles, Salisburgo, Milano, Ferrara, Londra, Torino, Düsseldorf, Roma, Madrid, Parigi, Genova, Venezia, Bologna, Trieste, Livorno e Chicago. Nel gennaio 1996 la prima grande antologica a Palazzo Sarcinelli, Conegliano (Treviso), con esposizione di sessanta opere dal 1946 al 1995. E poi nel 1997 è la volta di Villa Manin a Passariano, nel 1998 espone una personale alla Galleria Angel Orentsanz di New York, al Museo di St. Paul de Vence e al Museo di Zagabria. Nei due anni successivi si svolgono sue mostre a Umago, Lubiana e Monaco di Baviera. Nel 2003 Celiberti vince il Premio Sulmona e nel 2004 la sua città natale, Udine, gli dedica una ricca retrospettiva ospitata al Teatro “Giovanni da Udine”.
Scrive di lui Vittorio Sgarbi: “Celiberti è in realtà un figurativo dell’anima, e cioè riesce a rappresentare in modo realistico i sentimenti della sua profonda interiorità, qualcosa che quindi si segna sul suo cuore, mentre si segna sul muro; pittore di memoria e pittore di emozioni. Nei suoi muri graffiati c’è anche un altro elemento molto importante, cioè il recupero dell’espressività primitiva”.
Giorgio Celiberti inoltre partecipa alla 54 Esposizione Internazionale d'Arte de La Biennale di Venezia 2011 - Arsenale, nell'ambito del Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi, scelto dall'intellettuale Paolo Maurensig.
Nel 2012 dal 18/02 al 12/04, la splendida mostra presso Casa dei Carraresi di Treviso "Affreschi rilevati" organizzata dall'Associazione artistica e socio-culturale ARTEFICIOlinea, che ha come mission "lo sviluppo di iniziative inerenti all'utilizzazione del tempo libero, promuovendo attività artistiche ad alto livello al di sopra di qualsiasi interesse di mercato con particolare riguardo alla valorizzazione dei Maestri Storici dell'Arte Contemporanea delle generazioni anni '20, '30, '40 e non solo".
L'Inac in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura organizza dal 9/05 al 9/06/2012 un'esposizione dell'ultima produzione pittorica e scultorea del maestro Celiberti presso l’isola di Malta al Palazzo della Cancelleria a La Valletta e negli spalti della storica Cittadella a Victoria (capitale di Gozo).
“Giorgio Celiberti Scultore” Udine, Chiesa di S.Antonio abate dal 12/05 al 13/06/2012. Alcune sculture sono visitabili presso il Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo.
A Villa Mabaulton Chiasiellis di Mortegliano (Ud) dal 02/09 al 30/09/2012 una mostra personale di Giorgio Celiberti.
A fine 2012 Giorgio Celiberti ritorna a proporre sue opere in televisione. Dopo l'esperienza con Telemarket anni fà, ora il Maestro ha stretto un accordo di collaborazione con la Galleria Orler, che vede speciali e opere all'interno di Orler Tv e futuri progetti espositivi.
Dal 22/12 al 10/02/2013 la mostra "Giorgio Celiberti - Sul volo di una farfalla, segni di memorie dai muri di Terezin-bambini nella Shoah" a Cesena presso la Galleria Comunale d'Arte - Palazzo del Ridotto.
Nel 2013 dal 31/05 al 22/09 la grande retrospettiva presso le prestigiose sale di Villa Manin a Passariano con 200 opere tra sculture e dipinti quasi del tutto inedite.
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