Mariano Fortuny Y Mandrazo (Granada 1871 – Venezia 1949) è stato un pittore, scenografo, designer, stilista, regista e sperimentatore. Dal punto di vista della formazione Mariano Fortuny si dedica a studi pittorici e come figlio d’arte frequenta il mondo parigino. Diciottenne si stabilisce a Venezia, dove frequenta circoli accademici e cenacoli artistici internazionali: tra i suoi amici Gabriele D’Annunzio, Hugo von Hofmannsthal, la marchesa Casati, il principe Fritz Hohenlohe Waldenburg, ecc.
Dopo un viaggio a Bayreuth, folgorato da Wagner, volge i suoi interessi dalla pittura alla scenografia e all’illuminotecnica. L’intento è quello di realizzare la piena unione tra significato ultimo della musica e pittura teatrale. Poco dopo realizza le scene per la prima assoluta del Tristano e Isotta alla Scala. Contemporaneamente inizia a prendere corpo l’idea della Cupola, cioè quel sistema illuminotecnico complesso che libererà la scenografia teatrale dalle rigide impostazioni tradizionali, mediante l’uso della luce indiretta e diffusa.
L’ambiente parigino (da Sarah Bernardt ad Adolphe Appia) gli dimostra attenzione, ma è poi con la mecenate contessa di Bearn che la rivoluzione scenotecnica di Fortuny trova completa applicazione: tra il 1903 ed il 1906 il teatro privato della contessa viene dotato di un sistema integrato e rinnovato di cupola, luce indiretta, proiezione di cieli colorati e nuvole. Il sistema di Fortuny, prodotto dall’AEG, trova applicazione nei maggiori teatri tedeschi. Mariano Fortuny cerca però nuovi stimoli per la sua creatività: inizia a creare stoffe e tessuti stampati, comincia anche il sodalizio con Henriette, che sposerà nel 1924. Con lei crea Delphos, l’abito in seta plissettata che lo rende famoso in tutto il mondo.
A Venezia, presso l’isola de la Giudecca, fonda la fabbrica per la produzione industriale delle sue stoffe ed apre boutique nelle maggiori capitali europee. Nel frattempo decora ed illumina palazzi e musei in tutta Europa, riceve riconoscimenti e titoli onorifici. Non vengono meno in questi anni sempre più intensi l’interesse e le commissioni per il teatro e la scenografia. Degli anni Trenta sono altre invenzioni: dalla carta da stampa fotografica ai colori a “tempera Fortuny” ed agli interventi illuminotecnici sui grandi cicli pittorici veneziani di Tintoretto a San Rocco e di Carpaccio a San Giorgio.
Sul finire del decennio, Mariano si ritira nella sua sfarzosa dimora di San Beneto, dove riprende lo studio della pittura e raccoglie le memorie della sua eclettica attività. E’ sepolto a Roma, presso il Verano, accanto a suo padre Mariano Fortuny Y Marsal (1838 – 1874) pittore noto per la virtuosità dei toni chiari, minuti, superficiali.
Nel 2012 dal 08/12 al 08/04/2013 la mostra presso Palazzo Fortuny a Venezia "Fortuny e Wagner. Il Wagnerismo nelle arti visive in Italia". |