Nino Springolo per “il tono di una foglia è capace di combattere per delle settimane” così come lo ricorda Buzzati. Springolo pittore freddo dato dal risultato di un’analisi rigorosa del vero, contro ogni tentazione romantico-sentimentale alla ricerca di quell’equilibrio tra natura e emozione che è sempre stato al vertice delle sue meditazioni estetiche.
Nino Springolo nativo della città di Treviso nell'anno 1886, è vissuto sempre appartato ma nel contempo è uno dei Maestri “geniali” dell’Arte Veneta.
Della sua vita artistica possiamo tracciare le principali tappe: 1907 alunno presso Cesare Laurenti; 1908 con 5 quadri fu alla I mostra dell’Opera Bevilacqua La Masa; 1909/10 il soggiorno a Monaco; l’amicizia con i protagonisti dell’avanguardia di Cà Pesaro e soprattutto con Gino Rossi; la precocità (1909) nel nuovo vedutismo lagunare della così detta Scuola di Burano; il malinconico tonalismo delle nature morte attorno al 1912; le inquietudini secessioniste e simboliche di poco successive; il periodo divisionista verso il 1913/14; il colorismo violento e quasi gestuale delle prime opere post belliche.
La personalità di Springolo matura negli anni post-bellici passati ad Onè di Fonte dove già nel 1923 l’artista ha una sua precisa ed inconfondibile personalità. Nascono gli splendidi ritratti, d’una puntigliosa secchezza di tratto, dove rigore costruttivo e trepida sensibilità cromatica di fondo; i paesaggi di Onè di Fonte (fino al 1925-’26) così morbidi e intensi nell’amorosa cadenza delle vibrazioni di luce e aria; le nature morte intorno al 1930, d’una limpida costruzione cézanninana; le vedute trevigiane, i paesaggi del Montello e ancora i ritratti, gli angoli domestici ricostruiti e trasfigurati entro un tessuto strutturale sempre sotteso, persino spigoloso, ma d’una affabile freschezza. A questi caratteri Springolo si mantiene sempre fedele in una lunga vita vissuta tutta sotto il segno della pittura, senza distrazioni, quasi ossessivamente.
Muore a Treviso nel 1975.
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