Juti Ravenna (Annone Veneto 1897 - Treviso 1972). Dal 1920, conclusa la terribile esperienza di combattente durante la prima guerra mondiale, Luigi Ravenna, detto Juti, frequenta l’Accademia a Venezia alloggiando insieme ad altri pittori (tra cui Eugenio Da Venezia, Marco Novati, Cosimo Privato, Fioravante Seibezzi, ecc.) prima negli studi del sottotetto di Cà Pesaro, poi dal 1927 al 1940, trasformato lo storico edificio in museo d’arte moderna, presso palazzo Carminati. Insieme a questi artisti, che con il loro tonalismo chiaro ed aereo contribuiscono ad illuminare la tavolozza tendenzialmente cupa di Ravenna, come pittore espone dal 1923 al 1925.
Taciturno, schivo, inquieto, dell’intero gruppo Ravenna è il più lontano da tendenze post-impressioniste ed il più colto. Si apre alla pittura italiana contemporanea interpretando a suo modo le modalità stilistiche di valori plastici, della metafisica e del realismo magico. Dopo il secondo conflitto si trasferisce a Treviso.
Nel 1928 (anno a cui risale l’incontro con Filippo de Pisis suo ospite a palazzo Carminati), è invitato alla Biennale di Venezia, dove vi tornerà nel 1930 e 1932. Pittore eclettico è attento agli aspetti teorici dell’arte, collaborando in vari libri.
Dagli anni quaranta, abbandonato ogni residuo retaggio impressionista, la tela si struttura in modo geometrizzante. Tra i soggetti preferiti, scorci di paesaggi urbani e nature morte che si accendono di vivaci giochi cromatici di ascendenza fauve.
Partecipò a premi, 1951 Premio Burano, e numerose mostre, quali Firenze, Venezia e Treviso.
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