Riccardo Licata, pittore e mosaicista, parlando delle sue opere afferma: "se prendiamo dei cataloghi di mostre passate, sembrerebbe che la mia produzione sia molto simile, ma i miei quadri dall’inizio ad oggi sono differenti, perché c’è un linguaggio che è stato per me molto importante. Io ho cominciato cercando di esprimere la musica, perché all’epoca andavo ai concerti quasi tutte le sere. Volevo raccontare la musica disegnandola, questo era tra il ’49 ed il ’50. Ai concerti mi portavo sempre con me degli album per disegnare perché m’interessava solo la musica, quindi non la figura degli orchestrali o della Fenice stessa. Per esprimere la musica bisogna trovare una maniera che sia espressiva e questa metodologia mi nacque avendo avuto l’intuizione di vedere ed osservare il direttore d’orchestra mentre faceva le battute musicali, attraverso la sua gestualità tipica. Per me la battuta musicale è stata quella che mi ha dato il via. Questa battuta musicale esiste sempre nella mia pittura, ma nel tempo è cambiata evolvendosi e sviluppandosi pur rimanendo sempre presente".
Licata dunque è riconoscibile nel mondo dell'arte e non solo per raccontare la musica in forma espressiva attraverso il disegno e la pittura. La musica e successivamente la poesia sono tutto.
Il critico d'arte Alain Chivilò ha scritto: "Riccardo Licata è uno degli ultimi Maestri del Novecento che testimoniano il passaggio dell’arte da Moderna a Contemporanea. Il suo stile è unico e riconoscibile in tutto il mondo dalla tela, alla carta, al vetro fino al mosaico. Proprio su quest’ultimo elemento, grazie alla sua tecnica, entra nei favori di Gino Severini che lo invita a Parigi. La prima fase di Licata ha contatti con il movimento Spazialista, fase enfatizzata nell’arte veneziana, ma il suo interesse è sempre stato quello di rappresentare in qualche forma la musica. Le manifestazioni musicali, l’ambiente de La Fenice sono i momenti in cui il Maestro instaura un legame diretto, portandosi sempre con se un taccuino per disegnare. Da quest’ambito si crea lo stile di Licata, che parte dall’analisi dei movimenti del direttore d’orchestra, il quale con la bacchetta scandisce il tempo, gli ingressi dei strumenti, le voci e le dinamiche. La gestualità secca è così tradotta e interiorizzata in pittura dal Maestro, creando una sorta di linguaggio. Con i suoi ottant’anni passati lo abbiamo incontrato a Venezia diviso tra il sud dell’Italia e Parigi".
Riccardo Licata: Torino 20/12/1929 - Venezia 19/02/2014. La sua famiglia si trasferisce dapprima a Parigi e poi a Roma dove vive dal 1935 al 1945. Nel 1946 si trasferisce con la madre a Venezia. Nel '47 s’iscrive al Liceo Artistico. Studia la cultura della Bauhaus e inizia a cimentarsi con il mosaico. Conosce gli artisti Santomaso, Vedova, Viani, Turcato, Birolli. Nel '49 con altri giovani costituisce un gruppo di tendenza astratta. Nel 1950 s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e comincia ad esporre. Partecipa con un grande mosaico alla Biennale di Venezia del 1950 e l’anno successivo alla Triennale di Milano. Conosce Gino Severini che raggiungerà a Parigi, come assistente alla cattedra di mosaico, l’anno successivo. Inizia a vivere tra Parigi, frequentandovi gli studi di vari artisti e Venezia dove mantiene il proprio. Diventa docente di mosaico all’Accademia di Belle Arti di Parigi e dal 1970, insegna tecniche dell’incisione a Venezia. Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, San Paolo ed Alessandria d'Egitto. In questo periodo sviluppa e definisce quello che poi diventerà il suo linguaggio artistico, una specie di alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che caratterizzeranno gran parte della sua produzione, in particolar modo negli oli su tela, nelle tecniche miste, e nelle serigrafie a tiratura limitata. Questi tratti che Licata stesso definisce lettere immaginarie, una "scrittura grafico-pittorica" che trae ispirazione dal linguaggio musicale vengono usate dall'artista per comporre le opere che lo renderanno famoso. Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici di città italiane e francesi quali Genova (Palazzo dei lavori pubblici), Bourgoin Jailleu, Sault les Rethel, Lille (Università), Perpignan, Monza (largo di via Italia), Reggio Emilia (Camera del Lavoro), ecc. Si è occupato anche di scenografie teatrali ( Medea di Euripide, nel 1978 a Treviso, Teatro Comunale) e di balletto (Ichspaltung di Giuseppe Marotta nel 1980 a Venezia, Teatro Goldoni). Sue opere si trovano presso Musei d'Arte Moderna di Venezia, Milano, Mulhouse, Alessandria, Roma, Torino, Varsavia, San Paulo del Brasile, Vienna, New York, Stoccolma, Firenze, Stoccarda, ecc. La Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia ha allestito nel 2007 la mostra “Riccardo Licata. Diari di viaggio”, dove sono stati esposti acquarelli e disegni del maestro eseguiti su diversi album su carte pregiate. Presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia - Sala Regia e Sala delle Battaglie - a Roma, nel 2009, si è tenuta l'importante rassegna "Riccardo Licata e le stagioni dello spazialismo a Venezia".
Nel 2009 in occasione dei festeggiamenti per gli ottant’anni del maestro Riccardo Licata, si sono tenute le seguenti mostre: presso il Loggiato Superiore di Palazzo Ducale di Venezia la mostra "Riccardo Licata. Mosaici e vetri", presso la Chiesa di S. Marta di Venezia, con alcune opere pittoriche, la mostra “Porto d’Arti”, evento collaterale della 53. Biennale d'Arte di Venezia curato dal Prof. Luciano Caramel ed infine a Torino presso Palazzo della Promotrice la mostra "Riccardo Licata e gli amici di Venezia e Parigi".
Nel 2012 come da trasmissione televisiva Orler Tv, la Galleria F.lli Orler inizia un percorso di proposizione delle opere di Riccardo Licata con speciali, documenti, filmati. Dal 27/10/2012 la mostra presso la Galleria Orler di Mestre: "Riccardo Licata. I quaderni ritrovati".
Dal 02/12 Riccardo Licata espone, con altri artisti, i suoi mosaici e dipinti al Museo Nazionale di Ravenna.
Nel 2013, Riccardo Licata è il pittore del drappo del Palio di Feltre e per l'occasione la mostra "Riccardo Licata. Un viaggio fra pittura e arti applicate" al Museo Galleria d’arte moderna “Carlo Rizzarda” fino al 29 settembre. Quest’esposizione riveste anche un particolare significato per il duplice legame culturale e artistico che Riccardo Licata ha con la città: da un lato la sua frequentazione con l’artista feltrino Tancredi, dall’altro il suo impegno pluridecennale nel campo delle arti applicate. L’esposizione, attraverso l’esposizione di 45-50 opere, testimonia l’evoluzione segnica del linguaggio di Riccardo Licata, partendo dalle opere realizzate nei primi anni ’50 a Venezia fino alle ultime opere tra le quali, per la prima volta in Italia, due vetrate provenienti da Chartres dopo una mostra dedicata ai vetri della cattedrale gotica.
Nel 2014 la mostra "Licata e la pittura a Venezia nel Dopoguerra" dal 03/09 fino al 10/12 a Mantova, presso il Museo Civico di Palazzo Te. La musica come guida, il mosaico come sintesi, la versatilità come strumento: il Movimento Spaziale è una testimonianza vivida della creatività italiana del Dopoguerra e le opere di Riccardo Licata ne sono l'emblema più caleidoscopico.
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